La tendenza a procastinare nasce spesso dalla paura.
Paolo è appena rientrato a casa dopo una giornata impegnativa al lavoro. Lo attende l’allenamento quotidiano ma fa freddo e ha poca voglia. Cerca di convincersi dicendosi “So che mi farebbe bene, mi scaricherebbe dalle tensioni e poi starei sicuramente meglio” ma subito dopo il “sono troppo stanco” fa capitolino nella sua testa. E’ in corso una vera e propria diatriba. Paolo si prende tempo chiacchierando con la moglie. “Caspita! E’ già ora di cena” – esclama – “A questo punto recupero domani l’allenamento” – pensa con un po’ di senso di colpa per aver procrastinato un po’ troppo ed essersi trovato qualche comodo alibi.
Lucia deve affrontare una questione delicata con un suo collega ma continua a rimandare. Teme la sua reazione, un possibile conflitto che la manderebbe proprio in tilt. Si prende del tempo per pensare alle parole da usare per neutralizzare al massimo una possibile sua reazione eccessiva. Intanto il tempo passa, le paure aumentano e Lucia è sempre più nervosa e agitata… ma sta ancora aspettando “il momento giusto”.
Pietro è uno studente universitario, è alle prese con progetto noioso, di cui non ne vede proprio il senso. Ogni volta che vede fogli e matite sulla sua scrivania sente una stretta allo stomaco, la noia lo invade e pensa “Vabbè dai, faccio domani”. Pietro in fondo lo sa, se continua così si troverà a ridosso della consegna con l’acqua alla gola, tazze di caffè e notti insonni a disegnare…
Vi siete mai trovati in situazioni simili a queste?
Alcuni di noi sono dei veri e propri “procastinatori seriali”, altri seguono la legge del “tutto-subito” ma almeno una volta nella vita ci siamo trovati a rimandare a domani ciò che avremmo potuto fare oggi.
Come mai lo facciamo?
La tendenza a procastinare nasce spesso dalla paura. Paura di affrontare qualcosa che temiamo o di dire qualcosa di spiacevole a qualcuno; timore della reazione dell’altro o di compiere un errore; paura del provare fatica o fastidio. Procrastiniamo per mancanza di motivazione o di senso rispetto a una cosa che ci tocca affrontare, indipendentemente che l’abbiamo scelta noi o ci sia imposta da altri.
Qual è il risultato della procastinazione?
La conseguenza è che spesso ci ritroviamo in una condizione peggiore di quella di partenza con uno zainetto carico di senso di colpa, di paure ancora più grosse, di critiche verso di sé, di stress fin sopra ai capelli.
Cosa fare per smettere di procastinare?
Riconosci subito il tuo “rimandare a domani". Prendi coraggio e riconosci i tuoi pensieri e le tue paure. Chiediti cosa ti sta bloccando, cosa ti sta portando a dire “faccio dopo”? Riconoscere la procrastinazione è il primo importante passo da fare per affrontarla.
Ricorda il tuo perché! Paolo dovrebbe fermarsi e chiedersi qual è lo scopo per cui si allena. Lucia dovrebbe chiedersi qual è il motivo per cui è importante affrontare la questione con il collega. Quando la paura o la noia ti bloccano, pensa al tuo obiettivo.
Trova un alleato. Quando la procastinazione arriva, è importante avere qualcuno a cui aggrapparsi. Un amico, il compagno, il marito, l’allenatore… qualcuno che creda in te, nelle tue capacità, nel tuo progetto e ti sproni a perseguire il tuo obiettivo.
Anticipa la gratificazione. Pensa alla soddisfazione del dopo, al piacere che proverai quando avrai affrontato ciò che temevi o avrai realizzato il tuo compito. Il pensiero e le emozioni della riuscita sono un ottimo incentivo.
Premiati. Quando avrai affrontato ciò che temi ricompensati con qualcosa che desideri: un nuovo paio di scarpe, una serata con amici, un dolce della tua pasticceria preferita, …
Agisci! Quando ti accorgi che stai trovando alibi per far scorrere il tempo, è giunto proprio il momento di smettere di pensare e passare all’azione. Urlati "basta!" e agisci.
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